La struncatura è una
pasta tipica della mia zona, la provincia di Reggio Calabria, ma nello
specifico della piana di Gioia Tauro.
Fino a qualche anno
fa questo impasto veniva ottenuto dai
residui di farina e crusca della molitura del grano e prodotto rigorosamente in casa utilizzando, appunto, le “scopature” di magazzino, cioè raccogliendo
da terra i residui misti di farina e crusca durante le operazioni di molitura
del grano, e proprio per questo motivo veniva venduta sottobanco in quanto vietata
per motivi igienici (qui trovate qualche notizia in più!).
Oggi regolarmente prodotta da molti pastifici, si presenta come
una pasta molto callosa, grazie alla
miscela di grano duro e farine integrali.
Il condimento classico di queste bavette, scure e rugose, è
fatto con olio, acciughe, olive nere -o verdi- e il tutto finito con
mollica tostata (tturrata, come diceva
mia nonna).
Veloce da preparare, 10 minuti circa, è un piatto molto
gustoso e particolare.
Esiste anche una variante “rossa”, ma ve la presenterò in un altro momento.
INGREDIENTI (per quattro persone)
400 gr di struncatura
5/6 filetti di alici sott’olio
Olive nere o verdi
Pangrattato
Olio evo
Sale
Peperoncino
PROCEDIMENTO
- Tostate la mollica di pane in un pentolino.
- In una padella fate soffriggete, a fuoco dolce, le acciughe fin quando tenderanno a sciogliersi, aggiungete, quindi, le olive private del nocciolo (io uso quelle conservate in casa) e continuate a cuocere il condimento per qualche minuto.
- Cuocete la pasta in acqua leggermente salata (considerate che il sughetto è piuttosto saporito).
- Scolatela e passatela in padella con il condimento.
- Aggiungete la mollica di pane precedentemente tostata (orientativamente 5 cucchiai).
PS: Naturalmente (siamo in Calabria!), il peperoncino, fresco
o secco, ci sta più che bene. Io non lo uso perché i miei bambini mangiano
volentieri questa pasta e, per ovvi motivi, evito di metterlo.