giovedì 29 dicembre 2016

Le Alaci


Mia nonna materna, da piccolina, ha trascorso qualche anno nella Calabria ionica, per via del lavoro del mio bisnonno, che faceva il “mulattiere”. Di quegli anni, nella nostra famiglia è rimasta qualche parola dialettale, usata raramente da lei, e le “alaci”, sorta di zeppole impastate con olio e vino, e fritte. Quindi il Natale per noi non è solo zeppole, come la tradizione locale vuole, ma anche alaci.
Le dosi vanno tra il sentimento e l’unità di misura, ma non è facile racchiudere le ricette delle nonne nei numeri.

INGREDIENTI

1 kg di farina
25 gr di lievito di birra
2 bicchieri di vino (io lo uso bianco)
1 bicchiere d’acqua
1 bicchiere di olio extra vergine d’oliva
18 gr di sale (circa un cucchiaio)
Olio di arachidi per friggere

PROCEDIMENTO
  1. Sciogliete il lievito in due cucchiai d’acqua, aggiungete, quindi,  una parte di vino e di olio e iniziate a miscelare la farina.
  2. Procedete alternando i liquidi con la farina, fin quando esaurite gli ingredienti (con l’ultima dose di farina, inserite il sale).
  3. Lavorate energicamente per qualche minuto (io da tradizione lo faccio a mano), fin quando otterrete un impasto liscio e sodo.
  4. Lasciate riposare l’impasto per qualche minuto, poi procedete col fare dei salsicciotti (la ricetta originale prevede che siano “rigati”, ma vanno bene anche lisci) e lasciateli lievitare per almeno due ore, fino al raddoppio del volume.
  5. Friggete in abbondante olio bollente e servite ben caldi, accompagnati da salumi, formaggi e un buon bicchiere di vino. 

mercoledì 28 dicembre 2016

Filetti d'orata benaugurali


Ancora un piatto per le feste, uno squisito secondo di pesce, semplice, ma di grande effetto. La presenza dei chicchi di melograno, emblema di abbondanza e buon auspicio,  regala a questo piatto  un’aria di festa, rendendolo interessante e adatto per il cenone di fine anno.
La presenza della frutta e del radicchio bilanciano bene il gusto complessivo del piatto, né tanto meno alterano il sapore delicato del pesce, cotto al naturale, al cartoccio. La salsa di soia, invece, conferisce al piatto una nota aromatica e avvolgente; certo, la condizione necessaria è dosarla bene, perché se in piccole dosi esalta il gusto del pesce, una quantità generosa ne coprirebbe il gusto. Io ho usato un’ottima salsa di soia, pare essere la migliore prodotta nel Paese del Sollevante (non so darvi nessuna notizia riportata sull’etichetta, se non che sia lilla), ma vanno benissimo le salse che troviamo in Italia.
Riuscirete a conquistare i vostri ospiti con un piatto davvero semplice e importante:)

INGREDIENTI (per 4 persone)    


2 orate
½ cespo di radicchio
1 mela
1 melograno
Sale, olio evo
Salsa di soia

PROCEDIMENTO

1 . Lavate attentamente le orate, eliminate le interiora e squamate.
2 . Mettete un pizzico di sale all’interno delle orate.
3 . Disponete ciascuna orata su un foglio d’alluminio, e condite con un filo d’olio.
4 . Chiudete accuratamente i cartocci e trasferiteli in una teglia.
5 . Cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 30/35 minuti (controllate la cottura, ogni forno è a sé).
6 . Nel frattempo preparate l’insalatina: lavate e scolate il radicchio, poi tagliatelo molto sottile; sgranate il melograno, sbucciate e tagliate a cubetti la mela. Trasferite tutto in una ciotolina e condite con olio, sale e salsa di soia.
7 . Cotte le orate, spinatele e sporzionatele.

8 . Servite i filetti d’orata sfilettati e adagiati sull’insalatina. 

venerdì 23 dicembre 2016

Il Panettone basso glassato



Quest’anno  ho deciso di cimentarmi con i “grandi lievitati” delle feste, il Pandorlato ve l’ho già presentato, ora tocca a lui, protagonista indiscusso dei dolci natalizi, sua maestà il Panettone. Massimo Montanari, autorevole storico e storico del cibo e della cucina in Italia, ci racconta (ne “Il riposo della polpetta”) varie storielle e leggende che ruotano attorno alla nascita di questo dolce, prima fra tutte quella “del fornaio Toni, che avrebbe dato nome al panettone (“pan de Toni”)”.
Io ho scelto come ricetta “d’approccio” il Panettone basso glassato di Paoletta, sostituendo il lievito madre con la biga, ma qualora voleste procedere con la pasta madre qui trovate la ricetta originale. Si riesce a gestire in un’unica giornata, non sacrificando affatto la bontà e l’eccellenza del risultato finale.
Ecco questo è il mio modo per augurarvi un felice Dies Natalis, felice Giornata della Vita.

INGREDIENTI

Per la biga
200 gr di farina manitoba
90 gr di acqua
2 gr di lievito birra
Impastate il minimo indispensabile, coprite con pellicola e ponete a 18° per 18/20 ore.

Per il 1° impasto (mattino)
155 gr di biga
350 gr di farina 00 W380 – 400
90 gr di zucchero semolato
90 gr di burro
83 gr di tuorli (circa 5)
190 gr di acqua
7,5 gr di lievito di birra fresco

PROCEDIMENTO

1 . Montate la foglia nella planetaria, spezzettate la biga nell’acqua (26°), dove avrete messo un cucchiaio dello zucchero previsto, e avviate la macchina per qualche minuto (velocità bassa).
2 . Unite tanta farina quanta ne occorre per ottenere una massa “cremoso”, aggiungete il lievito di birra sbriciolato, poi unite ancora tanta farina quanta ne serve a incordare l’impasto (dovrà rimanere comunque morbido).
3 . Aumentate la velocità a 1 e, dopo averlo ribaltato, attendete che si aggrappi alla foglia. Unite in sequenza: un tuorlo e una spolverata di zucchero, seguiti a breve da una spolverata di farina, facendo in modo di esaurire i tre ingredienti contemporaneamente e facendo riprendere corda all’impasto prima del successivo inserimento. Ribaltate l’impasto ogni due tuorli.
4 . Aggiungete il burro non troppo morbido, in tre volte, ribaltando ogni volta l’impasto.
5 . A incordatura completa, montate il gancio e impastate (ribaltando una volta) fino a che la massa non si presenta liscia e semilucida.
6 . Coprite la ciotola con pellicola e trasferite in forno, con la sola lucetta accesa (26°) per circa 2h e 45min -3h (l’impasto dovrà triplicare).
Nel frattempo:
7 . Mettete in ammollo tutta l’uvetta in acqua calda (appena a coprirla) con 4 o 5 cucchiai di marsala.
8 . Preparate il burro aromatizzato con : 28 gr di burro, zeste grattugiate di un’arancia grande, zeste grattugiate di mezzo limone.
Fate sciogliere il burro a fiamma bassa, aggiungete le zeste, ai primi “sfrigolii” spegnete. Aggiungete canditi e uvetta strizzata, fate riprendere un leggero tepore e coprite.
9 . Preparate una glassa con: 95 gr di farina di mandorle, 165 gr di zucchero, 90 gr di albumi, 20 gr di fecola di patate.
Mescolate tutti insieme gli ingredienti con la frusta in una ciotola, coprite con pellicola e ponete in frigo.

Per il 2° impasto (pomeriggio)
L’impasto precedente
93 gr di farina 00 W 380 – 400
70 gr di burro
90 gr di zucchero semolato
83 gr di tuorli (circa 5)
26 gr acqua (presa dall’acqua di ammollo delle uvette)
5,2 gr di sale
30 gr di miele d’acacia (non pastorizzato)
110 gr di arancia candita cubettata
35 gr di cedro candito cubettato
145 gr di uvetta
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

10 . Montate il gancio e serrate l’incordatura del primo impasto con qualche giro di macchina.
11 . Unite l’acqua, un cucchiaio abbondante di zucchero e fate andare a vel. 1,5 per qualche istante. Unite farina quanta ne basta a formare l’impasto e riportate in corda. Ribaltate la massa.
12 . Inserite i tuorli uno alla volta, seguiti da una parte di zucchero ed una di farina, curando che l’impasto riprenda elasticità prima del successivo inserimento, ribaltando ogni volta (i tre ingredienti dovranno esaurirsi contemporaneamente). Con l’ultimo tuorlo aggiungete anche il sale.
13 . Inserite il miele, poco alla volta, ribaltando l’impasto alla fine.
14 . Unite il burro morbido (non in pomata), in tre volte, facendo attenzione a non perdere l’incordatura acquisita e ribaltando, ad ogni inserimento, l’impasto nella ciotola. In ultimo, unite la vaniglia a filo.
(IMPORTANTE:  durante tutta la lavorazione usiamo il gancio iniziando a bassa velocità passando gradatamente, in una decina di secondi, alla velocità d’impastamento, 1,5).
15 . Scaldate leggermente al microonde la massa aromatizzata con canditi e uvetta e aggiungetela all’impasto a bassa velocità, facendo girare la macchina giusto il tempo di distribuirli uniformemente e ribaltando una, due volte, o anche tre volte, fin quando la massa sarà distribuita in modo uniforme.
16 . Lasciate riposare 30 min coperto da pellicola, poi spezzate e arrotondate con piano e  mani imburrati. Coprite a campana e lasciate riposare ancora 30 min.
17 . Ponete negli stampi, avendo cura di arrotondare di nuovo se l’impasto si è eccessivamente “rilassato”. 


18 . Coprite con pellicola e trasferite a 26° (forno spento con solo lucina accesa) fino a che l’impasto non sarà arrivato a due dita dal bordo (riferimento al panettone da 1 kg, un dito per le pezzature da 500 gr). Negli ultimi 15 min scoprite.
19 . Nel frattempo, montate con una frusta la glassa e distribuitela sui panettoni, aiutandovi con una tasca da pasticcere ed un beccuccio piatto. Cospargete con zucchero in granella, qualche mandorla spellata e spolverizzate abbondantemente con dello zucchero a velo.
20 . Infornate a 180° fino a cottura (prova stecchino o temperatura al cuore 93°/94°).
Pezzature da 500 gr – circa 35 minuti
Pezzature da 750 gr – circa 45 minuti
Pezzature da 1 kg – circa 50/60 minuti
Trapassate gli stampi, in prossimità del fondo, con degli spiedini lunghi (io ho utilizzati i ferri da maglia) e lasciate raffreddare capovolti.

Con queste dosi si ottengono: 3 panettoni da 500 gr o 2 da 750 gr o 1 da 500 gr e 1 da 1 kg. 

giovedì 8 dicembre 2016

Il Pandorlato

Chi ama stare con le mani in pasta sa, per certo, che i maestri indiscussi del web, in campo di lievitati, sono loro: Adriano e Paoletta.
Già da un po’ corteggiavo il Pan Babà di Adriano, proponendomi di farlo, poi mentre giravo tra i lievitati di Paoletta, ho notato questo Pan Baba’ di Adriano  vestito a festa. Beh, considerando il periodo, non potevo certo rimanere impassibile. Fortuna vuole che in casa avessi tutti gli ingredienti, così incomincio subito ad impastare.
Non è il Panettone, ma un impasto (buonissimo) molto simile al Pandoro, ma di più facile gestione perché senza lievito madre e con tempi ridotti.


INGREDIENTI

280 gr di farina W 350 (o manitoba)
80 gr di latte intero
90 gr di zucchero
110 gr di burro
180 gr di uova intere (circa 3)
8 gr di lievito di birra fresco
5 gr di sale
Buccia grattugiata di 1 arancia
1 cucchiaino di miele d’acacia
2 cucchiai di Cointreau
1 manciata di mandorle con la pelle


PROCEDIMENTO

Sera:
  1. Mescolate il latte intiepidito con il lievito, il miele e 70 gr di farina. Coprite.
  2. Dopo una mezz’ora (deve gonfiare), unite gli albumi il resto della farina e mescolate con la foglia (vel. 1).
  3. Unite il sale, il liquore, portate lentamente a vel. 2 e incordate l’impasto (ci vorranno circa 10 minuti).
  4. Riducete a vel. 1,5 ed unite un tuorlo, alla ripresa dell’incordatura aggiungete un altro tuorlo e metà dello zucchero, riprendete l’incordatura ed unite l’ultimo tuorlo con tutto lo zucchero, incordate.
  5. Montate il gancio, avviate a vel. 1, serrate l’incordatura ed unite, un cucchiaino alla volta, 40 gr di burro fuso freddo.
  6. Portate a vel. 1,5, incordate e aggiungete il burro rimanente morbido a pezzetti, insieme alla buccia d’arancia grattugiata. Incordate (dovrà presentarsi lucido e ben legato).
  7. Ponete in un recipiente da frigo, sigillate e, dopo 40 minuti, ponete in frigo sui 6°/7° fino al mattino.

Mattino:
  1. Tirate fuori dal frigo e, dopo 30 min, rovesciate sul tavolo infarinato e date un giro di pieghe del tipo 2, ottenendo una massa compatta.
  2. Con la chiusura sotto, arrotondate e ponete in uno stampo da panettone da 750 gr 16x11 cm.  Coprite con pellicola e ponete in forno spento, lampadina accesa, finchè non arriva ad un dito e mezzo sotto il bordo dello stampo (a me ci sono volute circa 4 ore).
  3. Pennellate delicatamente con albume leggermente sbattuto,  e spolverate prima con granella di zucchero, poi decorate con le mandorle, infine spolverate con zucchero a velo.
  4. Quando quest’ultimo sarà assorbito, spolverate di nuovo con zucchero a velo e infornate a 180° (preriscaldato) per circa 30 min., posizionato sulla grata bassa del forno.
  5. Sfornate e fate raffreddare su una gratella.
Adriano

martedì 6 dicembre 2016

Ghirlanda di biscotti


Ormai l’attesa del Natale e l’atmosfera natalizia scandiscono le nostre giornate. Profumi, sapori, luci,  immagini ci accompagnano in queste giornate di Avvento. Ci prepariamo con l’animo al Giorno della vita (Dies Natalis), ma le case, le strade, le piazze, addobbate a festa, ci immergono incessantemente in questo clima di festa.
Ormai da qualche anno, abbiamo sposato l’usanza anglosassone della ghirlanda natalizia sulla porta di casa e appena ho visto questa, fatta con i biscotti, ho subito pensato che facesse al mio caso;)
L’idea è di “Chiara passion” e mi è subito piaciuta.
Così, con i bambini, ci siamo divertiti a fare questi biscottini per la ghirlanda, anzi per le ghirlande, una da appendere e una da mangiare… Sono dei semplicissimi frollini aromatizzati all’arancia, dal gusto semplice ma insostituibile.

INGREDIENTI

150 gr di burro morbido
150 gr di zucchero
3 tuorli
300 gr di farina
Buccia d’arancia
Un pizzico di sale


PROCEDIMENTO
  1. Nella planetaria (con la foglia) impastate il burro morbido con lo zucchero e la buccia d’arancia.
  2. Aggiungete le uova e, in seguito, la farina con il pizzico di sale.
  3. Quando l’impasto è amalgamato, fate un panetto, avvolgetelo nella pellicola e lasciate riposare in frigo per almeno 30 minuti (io anche di più).
  4. Stendete l’impasto ad uno spessore di 4 mm e ricavate i biscotti con uno stampino a forma di omino (o quello che preferite).
  5. Sistemate i biscotti su una teglia (coperta da carta forno) intorno ad una ciotolina o ad un coppapasta di 10 cm. Sovrapponete mani e piedi degli omini, spennellandoli con poco albume.
  6. Ripassate in frigo per mezz’ora.
  7. Sfilate l’anello al centro della ghirlanda e stendete sulla superficie un velo di latte.
  8. Infornate a 175° per 15 minuti.
  9. Fate raffreddare la ghirlanda, poi passate tra gli omini un nastro per appenderla. 

venerdì 2 dicembre 2016

Parfait all'Amaretto


Il Natale si inizia a sentire: profumi, addobbi, luci, freddo, musica. E che dite? Non sarà, forse, il caso di pensare ai piatti per le feste? Difficilmente la festa prescinde dalla tavola imbandita, e il Natale è la festa per eccellenza, non solo per noi cristiani, ma per l’intero Globo. Si aprano, dunque, le danze!
Cominciamo da un dessert. Questo Parfait, dal gusto raffinato e delicato, si presta molto bene a chiudere un pranzo o una cena importante. Ho scelto di aromatizzarlo con dell’Amaretto, ma potete sostituirlo con Cointreau o Grand Marnier, o ancora con una polvere di mandorle o pistacchi pralinati. Insomma, la versatilità di questo semifreddo vi consentirà di adattarlo al vostro gusto o di abbinarlo con facilità al vostro menù delle feste.

INGREDIENTI

5 tuorli
150 gr di zucchero
5 cucchiai di Amaretto
350 gr di panna montata
INGREDIENTI PER IL CROCCANTE:
120 gr di mandorle con la pelle
70 gr di zucchero
2 cucchiai d’acqua

PROCEDIMENTO
  1. Portate a ebollizione 150 gr di zucchero con 150 gr d’acqua. Lasciate sobbollire per 5 minuti.
  2. Montate i tuorli tenendo il recipiente sopra un bagnomaria caldo, incorporatevi lo sciroppo bollente (continuando a sbattere con le fruste finchè il composto non sia triplicato.
  3. Versatelo in una ciotola capiente, aggiungete l’Amaretto e lasciate raffreddare.
  4. Incorporate la panna montata e versate il composto in uno stampo bagnato di liquore.
  5. Ponetelo nel freezer (io lo preparo con un giorno d’anticipo).
  6. Per il croccante, in un pentolino mettete le mandorle con due cucchiai d’acqua e lo zucchero.
  7. Cuocete a fuoco vivo, mescolando con un cucchiaio di legno, fin quando lo zucchero sarà diventato un caramello chiaro.
  8. Versate il composto su un foglio di carta da forno e lasciate raffreddare. Quando il croccante  si sarà raffreddato, tritatelo grossolanamente.
  9. Al momento di servire, sformate il parfait su un piatto e decorate con il croccante.

domenica 27 novembre 2016

Mini naked al doppio mascarpone con melograno e sciroppo d'acero


Con questa ricetta partecipo al contest Sei in cucina (vi avevo raccontato qui di questa golosa e divertente sfida!). Il tema di questo mese è “Comfort food” e la lista degli ingredienti è questa:

-        INGREDIENTE CHIAVE: MASCARPONE
-        Sciroppo d’acero
-        Burro diarachidi
-        Melograno
-        Cavolo/verza
-        Pollo

Ho optato per queste modaiole Naked cakes, in versione mini, con la presenza del mascarpone, sia nell’impasto che nel frosting, dei chicchi di melograno e dello sciroppo d’acero.

INGREDIENTI

Per le TORTINE
 3 uova intere
180 gr di zucchero
180 gr di mascarpone
180 gr di farina
Buccia di limone grattugiata
½ cucchiaino di lievito

Per il FROSTING
250 gr mascarpone
125 ml di panna fresca
50 gr di sciroppo d’acero
70 gr di zucchero a velo

Per DECORARE
Chicchi di melograno
Sciroppo d’acero

PROCEDIMENTO

  1. Montate le uova intere con lo zucchero e la buccia grattugiata del limone.
  2. Una volta che saranno spumose e bianche aggiungete la farina setacciata con il lievito, lavorando con movimenti dal basso verso l’alto, avendo cura di non smontare il composto.
  3. Ammorbidite il mascarpone e incorporatelo delicatamente all’impasto.
  4. Versate il composto negli stampi (vanno bene quelli da muffin), e cuocete a 170° per 25/30 minuti.
  5. Preparate il frosting. Montate con le fruste il mascarpone, insieme allo zucchero a velo e lo sciroppo d’acero.
  6. Raggiunta una consistenza cremosa, aggiungete la panna (fredda) e iniziate a montare aumentando gradatamente la velocità.
  7. Sfornate le tortine, e una volta raffreddate, ricopritele con la crema. Ultimate la decorazione con chicchi di melograno e colate di sciroppo d’acero.







domenica 20 novembre 2016

Il Babà


 
Ragioni del cuore fanno apparire ai miei occhi questo dolce come il più buono che possa esserci. Ma cuore a parte, sono le papille gustative a concordare con il più nobile collega nell’eleggere il Babà “dolce preferito” (insieme alla torta di mele). Qualche tempo fa, complice un post di Paoletta, mi sono armata di coraggio e mi sono cimentata nella realizzazione di sua maestà il Babà. L’impresa è stata meno ardua del previsto, e già al primo tentativo il risultato è stato più che soddisfacente. Gasata dal risultato ottenuto, ho iniziato a sfornare periodicamente babà (un giorno sì e l’altro anche) con la voglia e la consapevolezza di poter fare meglio.

INGREDIENTI

300 gr farina manitoba
75 gr di burro morbido + 25 gr per imburrare lo stampo
4 uova
2 tuorli
18 gr lievito di birra
1 cucchiaio di zucchero
2 prese di sale
INGREDIENTI PER LA BAGNA CLASSICA:
1 L di acqua
500 gr di zucchero
Zeste di arancia e limone
250 ml di Rum

PROCEDIMENTO
  1. Lavorate per 5 minuti  nella planetaria  75 gr di burro (pomata) con zucchero e lievito sbriciolato.
  2. Aggiungete le uova e la farina. Dopo una prima mescolata versare il sale.
  3. Lavorate l’impasto per 30 min. col gancio, fin quando l’impasto sarà ben incordato.
  4. Con le mani ben unte di burro, prendete piccoli pezzi di impasto e mozzate l’impasto tra pollice e indice, formando delle palline.
  5. Formate 11 palline da 50 gr ciascuna e ponete negli stampini imburrati (8 cm di altezza). O se preferite, in un unico stampo, considerando che l’impasto deve arrivare fino a circa 1/3.
  6. Lasciate lievitare l’impasto negli stampini (o stampo) per circa 2 ore, in forno spento e chiuso.
  7. Infornate per 25/30 minuti in forno preriscaldato, parte bassa, alla temperatura di 180°/200°.
  8. Intanto preparate la bagna. Versate in una pentola l’acqua con lo zucchero, la buccia d’arancia e di limone. Una volta raggiunto il bollore, spegnete il fuoco e aggiungete il Rum.
  9. Per bagnarli, versate lo sciroppo appena intiepidito in una ciotola e affogatevi i babà (freddi), lasciandoli dentro un po’ finchè non sentite che avranno assorbito lo sciroppo.
  10. Strizzateli con delicatezza e fateli riposare per circa tre ore, tenendoli a testa in giù.
  11. Serviteli “lisci”, o accompagnati da crema o panna.



venerdì 11 novembre 2016

Torta salata con mele e speck


E niente, non poteva mancare una ricetta salata in cui le mele regnassero sovrane… Ed eccola qui! La mia passione per le mele in cucina, che ho già avuto modo di presentarvi, non si limita semplicemente ai dolci, ma investe anche i piatti salati. Considerato che amo mangiarle  cotte semplicemente al forno o addirittura bollite, non è certo difficile trovar loro una collocazione nei miei piatti.
Questa di oggi è una torta che preparo spesso in questo periodo, perché sa di autunno, di montagna, di foglie che cadono, e poi le mele cotte hanno lo strabiliante potere di coccolare, confortare, rassicurare, anche solo col profumo. Poesia a parte, il gusto un po’ agrodolce e ben ponderato di questi ingredienti dà vita ad un piatto davvero squisito.

INGREDIENTI (per 6 persone)

250 gr di farina
120 gr di burro
1 tuorlo
2 tazzine di acqua freddissima
2 mele
200 gr di speck
200 gr di Asiago
Sale

PROCEDIMENTO
  1. Impastate nel mixer o nella planetaria (gancio a foglia) la farina con un pizzico di sale e il burro freddo a dadini.
  2. Quando il composto diventa granuloso aggiungete 1 tuorlo e con le lame in movimento incorporate l’acqua fredda.
  3. Appena l’impasto è pronto, trasferitelo in frigo per 45 min.
  4. Rivestite una teglia con carta forno.
  5. Stendete la pasta in un disco sottile e rivestite la teglia. Mettete lo stampo in frigo per 10 minuti.
  6. Tagliate a fettine sottili il formaggio, togliete il torsolo alle mele e affettatele.
  7. Togliete la torta dal frigo, fate uno strato di speck, uno di mele e uno di formaggio, continuate così fino a esaurire gli ingredienti.
  8. Cuocete la torta in forno a 200° (preriscaldato) per 35/40 minuti.


domenica 6 novembre 2016

Una norma "All'ombra dei fiori di jacaranda"


Continua il viaggio della mia “cucina letteraria”, dove propongo le ricette che incontro durante le mie letture. E’ la volta di Rosalba Perrotta con il suo “All’ombra dei fiori di jacaranda”, un altro romanzo ed un’altra autrice siciliana. La passione per la letteratura siciliana nasce sicuramente dal rapporto privilegiato che ho con questa terra, ma anche dalla mia formazione. Durante gli anni universitari a Messina frequentavo una libreria dove regalavano preziosi consigli di lettura. Tutt’oggi, ogni qual volta vada a Messina, non mi perdo il piacere di passare dalla LibreriaBonanzinga, certa di portare a casa un nuovo libro da vivere.
Al romanzo di Rosalba Perrotta sono emotivamente legata, perché è stato l’ultimo libro che ho letto durante la mia seconda gravidanza, anzi ricordo di averlo interrotto per il parto e poi ripreso quando i ritmi del bambino mi permettevano di concedere un po’ di tempo a me stessa. E’ un variopinto e vivido spaccato della Sicilia a partire dagli anni Quaranta, scritto con quella  freschezza e quella leggerezza  tipiche dei  profumi di questa terra. Una scrittura trasparente, cristallina, limpida che riesce a infondere benessere e spensieratezza a prescindere dall’argomento di cui si parla, permettendo di far vivere una Sicilia dal fascino intramontabile. Un  humus culturale di altissimo livello presuppone ogni pagina coinvolgendo anche  l’aspetto culinario, con una sapiente e dettagliata conoscenza di piatti italiani ed anche internazionali.
Insomma, la “Zia Mame” siciliana riuscirà a stregare ogni lettore!
La scelta tra i piatti da proporre era vastissima ma ho optato per una classica ed emblematica pasta alla Norma. La ripropongo non in versione canonica ma più fresca e leggera (forse), con i pomodorini e senza ricotta salata.

INGREDIENTI

350 gr di pasta
3 melenzane
400 gr di pomodori
Basilico
Olio evo
Olio per friggere
Sale

PROCEDIMENTO
  1. Affettate le melenzane in fette spesse circa 5mm e ponetele in un recipiente con acqua e sale, per 30 minuti circa. Quindi, scolate e tamponate le melenzane.
  2. Tagliate le melenzane a cubetti.
  3. In una padella versate l’olio, circa mezzo bicchiere, e i cubetti di melenzane. Fate soffriggere leggermente.
  4. Unite, quindi, i pomodori private dei semi e tagliate a tocchetti, e fate saltare 5 minuti a fuoco vivace.
  5. Continuate la cottura a fuoco dolce per 20 minuti.
  6. Lessate la pasta in acqua salata, scolate al dente e trasferitela nella padella con il sugo. Mescolate bene il tutto e aggiungete il basilico fresco.

A piacere potete aggiungere il Parmigiano grattugiato o, se preferite, come vuole la tradizione la ricotta salata. 

sabato 29 ottobre 2016

Cantuccini


Fuori da ogni retorica, sono i miei biscotti preferiti.
Non so dirvi di preciso quale sia l’elemento che me li faccia amare così tanto, la loro origine? La loro croccantezza? Il connubio con il Vinsanto? Non so rispondere, una cosa è certa: evito di farli spesso perché rischio di mangiarli tutti (ultimamente aiutata dal mio piccolino, “Mamma, biscotti croccanti ce ne sono?).
Ho sperimentato molte ricette, ma questa di Paolo Petroni, una delle più autorevoli voci della cucina toscana, è quella più vicina agli originali biscotti di Prato.

INGREDIENTI

400 gr di farina 00
250 gr di zucchero
2 uova+ 1 per spennellare
3 tuorli
1 bustina di lievito per dolci
1 arancia piccola
1 pizzico di sale
150 gr di mandorle con la pelle (io 250 gr)

PROCEDIMENTO
  1. Tostate leggermente le mandorle in forno e lasciatele raffreddare.
  2. Montate, nella planetaria o con le fruste elettriche, 2 uova e 3 tuorli con lo zucchero finchè non diventano bianche.
  3. Aggiungete la buccia di arancia grattugiata.
  4. Sempre con le fruste in movimento, aggiungete man mano la farina setacciata con il lievito.
  5. Unite le mandorle.
  6. Bagnatevi le mani con acqua fredda (poichè il composto risulterà appiccicoso) e formate 3 filoncini.
  7. Disponeteli sulla placca ben distanziati e spennellateli con l’uovo sbattuto.
  8. Cuoceteli in forno a 180° (statico) per 25/30 minuti, o comunque fino a doratura.
  9. Sfornate e lasciate intiepidire.
  10. Tagliateli in fette oblique (spessore 1/1,5 cm) e rimetteteli in forno sempre a 180° per 5 minuti.