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martedì 16 maggio 2017

Il panbrioche soffice di Paoletta



Ormai sapete che in campo di lievitati Paoletta è il mio guru. Vi avevo già parlato di lei, che con le sue “paste cresciute” ha stregato il web: ricette bilanciate alla perfezione, procedimenti impeccabili, risultati incredibilmente fantastici.
Questo panbrioche (si scioglie in bocca, credetemi) mi ha conquistata dal primo momento, lo faccio, forse, da quando Paoletta l’ha postato sul suo blog e continuo a prepararlo assiduamente, pur sapendo che ha una vita media di dieci minuti! Considerata la bontà  adoro mangiarlo “liscio”, ma ai miei bambini lo propongo con miele o marmellata e ne vanno matti. Da provare assolutamente!

INGREDIENTI

315 gr di farina (50% manitoba e 50% di farina 00 setacciate)
75 gr di burro morbido
75 gr di zucchero semolato
1 uovo
1 tuorlo
75 gr di latte intero
75 gr di acqua
5 gr di sale
7,5 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di miele
Aromi: scorza di un’arancia grattugiata, semini di una bacca di vaniglia.
1 albume per la spennellatura finale
Granella di zucchero

PROCEDIMENTO

1 . Preparate un lievitino con 75 gr. d’acqua, dove si sarà fatto sciogliere il miele e il lievito, e 75 gr. di farina.
2 . Dopo circa 40 minuti, quando sarà bello gonfio (ma non avrà ancora ceduto), rovesciatelo nella planetaria insieme ad un cucchiaio di farina, ed avviate la macchina con il gancio a foglia, a bassa velocità.
3 . Aggiungete 1 tuorlo, fate amalgamare e unite 25 gr di zucchero (ad assorbimento aggiungete poca farina).
4 . Unite l’uovo con il restante zucchero. A questo punto proseguite alternando latte e farina. Aggiungete il sale e fate incordare bene l’impasto, aumentando la velocità.
5 . Ad impasto incordato unite gli aromi, poi, piano piano, il burro a pezzetti.
6 . Impastate a velocità più sostenuta fino a che l’impasto sarà liscio, lucido e se si prende in mano, teso come una corda che non si spezzi. Finite gli ultimi 5 minuti con il gancio ad uncino.
7 . Formate una palla, ponetela in un contenitore ermetico , tenete 40 minuti a temperatura ambiente, poi riponete in frigo, 6° per almeno 8 ore.
8 . Tirate fuori dal frigo, lasciate 30 minuti a temperatura ambiente, dunque rovesciate l’impasto sulla spianatoia infarinata, e fate le pieghe 2.  Lasciate 20 minuti coperto con pellicola.
9 . Imburrate bene uno stampo della capienza di 2,5 lt, formate una palla e ponetela nello stampo (io ho usato uno stampo da plum cake). Attendete che arrivi ad 1 dito dal bordo, spennellate con l’albume, spolverate di zucchero a granella ed infornate a 180°/190° per circa 45 minuti (fate la prova stecchino al centro del panbrioche).



giovedì 29 dicembre 2016

Le Alaci


Mia nonna materna, da piccolina, ha trascorso qualche anno nella Calabria ionica, per via del lavoro del mio bisnonno, che faceva il “mulattiere”. Di quegli anni, nella nostra famiglia è rimasta qualche parola dialettale, usata raramente da lei, e le “alaci”, sorta di zeppole impastate con olio e vino, e fritte. Quindi il Natale per noi non è solo zeppole, come la tradizione locale vuole, ma anche alaci.
Le dosi vanno tra il sentimento e l’unità di misura, ma non è facile racchiudere le ricette delle nonne nei numeri.

INGREDIENTI

1 kg di farina
25 gr di lievito di birra
2 bicchieri di vino (io lo uso bianco)
1 bicchiere d’acqua
1 bicchiere di olio extra vergine d’oliva
18 gr di sale (circa un cucchiaio)
Olio di arachidi per friggere

PROCEDIMENTO
  1. Sciogliete il lievito in due cucchiai d’acqua, aggiungete, quindi,  una parte di vino e di olio e iniziate a miscelare la farina.
  2. Procedete alternando i liquidi con la farina, fin quando esaurite gli ingredienti (con l’ultima dose di farina, inserite il sale).
  3. Lavorate energicamente per qualche minuto (io da tradizione lo faccio a mano), fin quando otterrete un impasto liscio e sodo.
  4. Lasciate riposare l’impasto per qualche minuto, poi procedete col fare dei salsicciotti (la ricetta originale prevede che siano “rigati”, ma vanno bene anche lisci) e lasciateli lievitare per almeno due ore, fino al raddoppio del volume.
  5. Friggete in abbondante olio bollente e servite ben caldi, accompagnati da salumi, formaggi e un buon bicchiere di vino. 

venerdì 23 dicembre 2016

Il Panettone basso glassato



Quest’anno  ho deciso di cimentarmi con i “grandi lievitati” delle feste, il Pandorlato ve l’ho già presentato, ora tocca a lui, protagonista indiscusso dei dolci natalizi, sua maestà il Panettone. Massimo Montanari, autorevole storico e storico del cibo e della cucina in Italia, ci racconta (ne “Il riposo della polpetta”) varie storielle e leggende che ruotano attorno alla nascita di questo dolce, prima fra tutte quella “del fornaio Toni, che avrebbe dato nome al panettone (“pan de Toni”)”.
Io ho scelto come ricetta “d’approccio” il Panettone basso glassato di Paoletta, sostituendo il lievito madre con la biga, ma qualora voleste procedere con la pasta madre qui trovate la ricetta originale. Si riesce a gestire in un’unica giornata, non sacrificando affatto la bontà e l’eccellenza del risultato finale.
Ecco questo è il mio modo per augurarvi un felice Dies Natalis, felice Giornata della Vita.

INGREDIENTI

Per la biga
200 gr di farina manitoba
90 gr di acqua
2 gr di lievito birra
Impastate il minimo indispensabile, coprite con pellicola e ponete a 18° per 18/20 ore.

Per il 1° impasto (mattino)
155 gr di biga
350 gr di farina 00 W380 – 400
90 gr di zucchero semolato
90 gr di burro
83 gr di tuorli (circa 5)
190 gr di acqua
7,5 gr di lievito di birra fresco

PROCEDIMENTO

1 . Montate la foglia nella planetaria, spezzettate la biga nell’acqua (26°), dove avrete messo un cucchiaio dello zucchero previsto, e avviate la macchina per qualche minuto (velocità bassa).
2 . Unite tanta farina quanta ne occorre per ottenere una massa “cremoso”, aggiungete il lievito di birra sbriciolato, poi unite ancora tanta farina quanta ne serve a incordare l’impasto (dovrà rimanere comunque morbido).
3 . Aumentate la velocità a 1 e, dopo averlo ribaltato, attendete che si aggrappi alla foglia. Unite in sequenza: un tuorlo e una spolverata di zucchero, seguiti a breve da una spolverata di farina, facendo in modo di esaurire i tre ingredienti contemporaneamente e facendo riprendere corda all’impasto prima del successivo inserimento. Ribaltate l’impasto ogni due tuorli.
4 . Aggiungete il burro non troppo morbido, in tre volte, ribaltando ogni volta l’impasto.
5 . A incordatura completa, montate il gancio e impastate (ribaltando una volta) fino a che la massa non si presenta liscia e semilucida.
6 . Coprite la ciotola con pellicola e trasferite in forno, con la sola lucetta accesa (26°) per circa 2h e 45min -3h (l’impasto dovrà triplicare).
Nel frattempo:
7 . Mettete in ammollo tutta l’uvetta in acqua calda (appena a coprirla) con 4 o 5 cucchiai di marsala.
8 . Preparate il burro aromatizzato con : 28 gr di burro, zeste grattugiate di un’arancia grande, zeste grattugiate di mezzo limone.
Fate sciogliere il burro a fiamma bassa, aggiungete le zeste, ai primi “sfrigolii” spegnete. Aggiungete canditi e uvetta strizzata, fate riprendere un leggero tepore e coprite.
9 . Preparate una glassa con: 95 gr di farina di mandorle, 165 gr di zucchero, 90 gr di albumi, 20 gr di fecola di patate.
Mescolate tutti insieme gli ingredienti con la frusta in una ciotola, coprite con pellicola e ponete in frigo.

Per il 2° impasto (pomeriggio)
L’impasto precedente
93 gr di farina 00 W 380 – 400
70 gr di burro
90 gr di zucchero semolato
83 gr di tuorli (circa 5)
26 gr acqua (presa dall’acqua di ammollo delle uvette)
5,2 gr di sale
30 gr di miele d’acacia (non pastorizzato)
110 gr di arancia candita cubettata
35 gr di cedro candito cubettato
145 gr di uvetta
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

10 . Montate il gancio e serrate l’incordatura del primo impasto con qualche giro di macchina.
11 . Unite l’acqua, un cucchiaio abbondante di zucchero e fate andare a vel. 1,5 per qualche istante. Unite farina quanta ne basta a formare l’impasto e riportate in corda. Ribaltate la massa.
12 . Inserite i tuorli uno alla volta, seguiti da una parte di zucchero ed una di farina, curando che l’impasto riprenda elasticità prima del successivo inserimento, ribaltando ogni volta (i tre ingredienti dovranno esaurirsi contemporaneamente). Con l’ultimo tuorlo aggiungete anche il sale.
13 . Inserite il miele, poco alla volta, ribaltando l’impasto alla fine.
14 . Unite il burro morbido (non in pomata), in tre volte, facendo attenzione a non perdere l’incordatura acquisita e ribaltando, ad ogni inserimento, l’impasto nella ciotola. In ultimo, unite la vaniglia a filo.
(IMPORTANTE:  durante tutta la lavorazione usiamo il gancio iniziando a bassa velocità passando gradatamente, in una decina di secondi, alla velocità d’impastamento, 1,5).
15 . Scaldate leggermente al microonde la massa aromatizzata con canditi e uvetta e aggiungetela all’impasto a bassa velocità, facendo girare la macchina giusto il tempo di distribuirli uniformemente e ribaltando una, due volte, o anche tre volte, fin quando la massa sarà distribuita in modo uniforme.
16 . Lasciate riposare 30 min coperto da pellicola, poi spezzate e arrotondate con piano e  mani imburrati. Coprite a campana e lasciate riposare ancora 30 min.
17 . Ponete negli stampi, avendo cura di arrotondare di nuovo se l’impasto si è eccessivamente “rilassato”. 


18 . Coprite con pellicola e trasferite a 26° (forno spento con solo lucina accesa) fino a che l’impasto non sarà arrivato a due dita dal bordo (riferimento al panettone da 1 kg, un dito per le pezzature da 500 gr). Negli ultimi 15 min scoprite.
19 . Nel frattempo, montate con una frusta la glassa e distribuitela sui panettoni, aiutandovi con una tasca da pasticcere ed un beccuccio piatto. Cospargete con zucchero in granella, qualche mandorla spellata e spolverizzate abbondantemente con dello zucchero a velo.
20 . Infornate a 180° fino a cottura (prova stecchino o temperatura al cuore 93°/94°).
Pezzature da 500 gr – circa 35 minuti
Pezzature da 750 gr – circa 45 minuti
Pezzature da 1 kg – circa 50/60 minuti
Trapassate gli stampi, in prossimità del fondo, con degli spiedini lunghi (io ho utilizzati i ferri da maglia) e lasciate raffreddare capovolti.

Con queste dosi si ottengono: 3 panettoni da 500 gr o 2 da 750 gr o 1 da 500 gr e 1 da 1 kg. 

giovedì 8 dicembre 2016

Il Pandorlato

Chi ama stare con le mani in pasta sa, per certo, che i maestri indiscussi del web, in campo di lievitati, sono loro: Adriano e Paoletta.
Già da un po’ corteggiavo il Pan Babà di Adriano, proponendomi di farlo, poi mentre giravo tra i lievitati di Paoletta, ho notato questo Pan Baba’ di Adriano  vestito a festa. Beh, considerando il periodo, non potevo certo rimanere impassibile. Fortuna vuole che in casa avessi tutti gli ingredienti, così incomincio subito ad impastare.
Non è il Panettone, ma un impasto (buonissimo) molto simile al Pandoro, ma di più facile gestione perché senza lievito madre e con tempi ridotti.


INGREDIENTI

280 gr di farina W 350 (o manitoba)
80 gr di latte intero
90 gr di zucchero
110 gr di burro
180 gr di uova intere (circa 3)
8 gr di lievito di birra fresco
5 gr di sale
Buccia grattugiata di 1 arancia
1 cucchiaino di miele d’acacia
2 cucchiai di Cointreau
1 manciata di mandorle con la pelle


PROCEDIMENTO

Sera:
  1. Mescolate il latte intiepidito con il lievito, il miele e 70 gr di farina. Coprite.
  2. Dopo una mezz’ora (deve gonfiare), unite gli albumi il resto della farina e mescolate con la foglia (vel. 1).
  3. Unite il sale, il liquore, portate lentamente a vel. 2 e incordate l’impasto (ci vorranno circa 10 minuti).
  4. Riducete a vel. 1,5 ed unite un tuorlo, alla ripresa dell’incordatura aggiungete un altro tuorlo e metà dello zucchero, riprendete l’incordatura ed unite l’ultimo tuorlo con tutto lo zucchero, incordate.
  5. Montate il gancio, avviate a vel. 1, serrate l’incordatura ed unite, un cucchiaino alla volta, 40 gr di burro fuso freddo.
  6. Portate a vel. 1,5, incordate e aggiungete il burro rimanente morbido a pezzetti, insieme alla buccia d’arancia grattugiata. Incordate (dovrà presentarsi lucido e ben legato).
  7. Ponete in un recipiente da frigo, sigillate e, dopo 40 minuti, ponete in frigo sui 6°/7° fino al mattino.

Mattino:
  1. Tirate fuori dal frigo e, dopo 30 min, rovesciate sul tavolo infarinato e date un giro di pieghe del tipo 2, ottenendo una massa compatta.
  2. Con la chiusura sotto, arrotondate e ponete in uno stampo da panettone da 750 gr 16x11 cm.  Coprite con pellicola e ponete in forno spento, lampadina accesa, finchè non arriva ad un dito e mezzo sotto il bordo dello stampo (a me ci sono volute circa 4 ore).
  3. Pennellate delicatamente con albume leggermente sbattuto,  e spolverate prima con granella di zucchero, poi decorate con le mandorle, infine spolverate con zucchero a velo.
  4. Quando quest’ultimo sarà assorbito, spolverate di nuovo con zucchero a velo e infornate a 180° (preriscaldato) per circa 30 min., posizionato sulla grata bassa del forno.
  5. Sfornate e fate raffreddare su una gratella.
Adriano

domenica 20 novembre 2016

Il Babà


 
Ragioni del cuore fanno apparire ai miei occhi questo dolce come il più buono che possa esserci. Ma cuore a parte, sono le papille gustative a concordare con il più nobile collega nell’eleggere il Babà “dolce preferito” (insieme alla torta di mele). Qualche tempo fa, complice un post di Paoletta, mi sono armata di coraggio e mi sono cimentata nella realizzazione di sua maestà il Babà. L’impresa è stata meno ardua del previsto, e già al primo tentativo il risultato è stato più che soddisfacente. Gasata dal risultato ottenuto, ho iniziato a sfornare periodicamente babà (un giorno sì e l’altro anche) con la voglia e la consapevolezza di poter fare meglio.

INGREDIENTI

300 gr farina manitoba
75 gr di burro morbido + 25 gr per imburrare lo stampo
4 uova
2 tuorli
18 gr lievito di birra
1 cucchiaio di zucchero
2 prese di sale
INGREDIENTI PER LA BAGNA CLASSICA:
1 L di acqua
500 gr di zucchero
Zeste di arancia e limone
250 ml di Rum

PROCEDIMENTO
  1. Lavorate per 5 minuti  nella planetaria  75 gr di burro (pomata) con zucchero e lievito sbriciolato.
  2. Aggiungete le uova e la farina. Dopo una prima mescolata versare il sale.
  3. Lavorate l’impasto per 30 min. col gancio, fin quando l’impasto sarà ben incordato.
  4. Con le mani ben unte di burro, prendete piccoli pezzi di impasto e mozzate l’impasto tra pollice e indice, formando delle palline.
  5. Formate 11 palline da 50 gr ciascuna e ponete negli stampini imburrati (8 cm di altezza). O se preferite, in un unico stampo, considerando che l’impasto deve arrivare fino a circa 1/3.
  6. Lasciate lievitare l’impasto negli stampini (o stampo) per circa 2 ore, in forno spento e chiuso.
  7. Infornate per 25/30 minuti in forno preriscaldato, parte bassa, alla temperatura di 180°/200°.
  8. Intanto preparate la bagna. Versate in una pentola l’acqua con lo zucchero, la buccia d’arancia e di limone. Una volta raggiunto il bollore, spegnete il fuoco e aggiungete il Rum.
  9. Per bagnarli, versate lo sciroppo appena intiepidito in una ciotola e affogatevi i babà (freddi), lasciandoli dentro un po’ finchè non sentite che avranno assorbito lo sciroppo.
  10. Strizzateli con delicatezza e fateli riposare per circa tre ore, tenendoli a testa in giù.
  11. Serviteli “lisci”, o accompagnati da crema o panna.



giovedì 8 settembre 2016

Briosci cu' zuccuru



Amo da sempre i lievitati. Mi piace quel senso di “sfida” che questi impasti implicano, basta veramente poco, in bene e in male, per modificare o compromettere il risultato finale. Poi un giorno (circa otto anni fa) cambiano le cose. Alla ricerca di una torta di mele cremosa,  per caso mi imbatto nel blog di Paoletta  Anice e Cannella, amante e maestra insuperabile in merito ai lievitati…Così, quella che fino a poco tempo prima era solo una sfida, inizia a essere studio, tecnica, ricerca, dispensa con 4/5 tipi di farina diversi, sveglie puntate di notte per togliere impasti dal frigo, bilance di precisione, burro bavarese e impasti divinamente soffici e profumati. La sua passione e la sua grande competenza si accompagnano ad  una significativa e tangibile  disponibilità e umiltà, sempre pronta ad aiutarti a bilanciare impasti, a correggere errori, a migliorare la tecnica, a reperire l’ingrediente perfetto. Insomma, conoscere Paoletta è una grande ricchezza , per chi, come me, ama il profumo del lievito.
Decido di postare le “briosci cu’ zuccuru” come primo lievitato, per una ragione prettamente affettiva: queste dolci e profumate brioche mi ricordano le numerose estati che, da adolescente,  trascorrevo in Sicilia. Tassativamente, le mie colazioni erano fatte da queste treccine soffici e zuccherose, profumate e ,il più delle volte, calde ;)
Riporto, integralmente e fedelmente, la ricetta e il procedimento di Paoletta, non mi sarei mai sognata di modificare una virgola! 
Quanto alle farine, elemento fondamentale per la buona riuscita di un lievitato, non avendo la manitoba Lo Conte, come indica Paoletta, ho usato la Spadoni. Per la 00, invece, ormai da molti anni ho la fortuna di usare quella del Molino Esposito, ottima farina ricavata da eccellente grano, talvolta locale, nel rispetto delle più tradizionali e autentiche tecniche di molitura, e non ha prezzo usare una profumatissima farina appena prodotta e acquistata direttamente al molino... è una sorta di valore aggiunto alla ricetta.

INGREDIENTI

250 gr di farina manitoba  Lo Conte (io ho usato Spadoni)
250 gr di farina 00
75 gr di zucchero
5 gr di sale
75 gr distrutto
20 gr di lievito dibirra
170 ml di acqua
170 ml di latte

PREPARAZIONE

  1. Fare un impasto con gli ingredienti indicati, lo strutto alla fine.
  2. Porre a lievitare per un’ora e mezza in un luogo tiepido, e comunque fino al raddoppio.
  3. Sgonfiare un poco l’impasto, fare le pieghe del secondo tipo e lasciar riposare 15/20 minuti.
  4. Quindi formare i maritozzi a forma di treccine, senza rilavorare eccessivamente l’impasto.
  5. Allinearli  man mano distanziati sulla placca foderata di carta forno, pennellarli con una miscela di latte e acqua e lasciarli lievitare fino al raddoppio. In estate bastano circa  40 minuti, in inverno ci vorrà anche più di un’ora.
  6. Pennellarli di nuovo con la miscela di latte e acqua e cuocere in forno a 180°/190° finchè non saranno belli dorati.
  7. Non appena sfornati si spennellano di nuovo e subito si spolverano con abbondante zucchero semolato.