Amo da
sempre i lievitati. Mi piace quel senso di “sfida” che questi impasti
implicano, basta veramente poco, in bene e in male, per modificare o
compromettere il risultato finale. Poi un giorno (circa otto anni fa) cambiano
le cose. Alla ricerca di una torta di mele cremosa, per caso mi imbatto nel blog di Paoletta Anice e Cannella, amante e maestra insuperabile in merito ai lievitati…Così,
quella che fino a poco tempo prima era solo una sfida, inizia a essere studio,
tecnica, ricerca, dispensa con 4/5 tipi di farina diversi, sveglie puntate di
notte per togliere impasti dal frigo, bilance di precisione, burro bavarese e
impasti divinamente soffici e profumati. La sua passione e la sua grande
competenza si accompagnano ad una
significativa e tangibile disponibilità
e umiltà, sempre pronta ad aiutarti a bilanciare impasti, a correggere errori, a
migliorare la tecnica, a reperire l’ingrediente perfetto. Insomma, conoscere
Paoletta è una grande ricchezza , per chi, come me, ama il profumo del lievito.
Decido di
postare le “briosci cu’ zuccuru” come primo lievitato, per una ragione
prettamente affettiva: queste dolci e profumate brioche mi ricordano le
numerose estati che, da adolescente, trascorrevo
in Sicilia. Tassativamente, le mie colazioni erano fatte da queste treccine
soffici e zuccherose, profumate e ,il più delle volte, calde ;)
Riporto,
integralmente e fedelmente, la ricetta e il procedimento di Paoletta, non mi sarei mai sognata di modificare una virgola!
Quanto alle farine, elemento fondamentale per la buona riuscita di un lievitato, non avendo la manitoba Lo Conte, come indica Paoletta, ho usato la Spadoni. Per la 00, invece, ormai da molti anni ho la fortuna di usare quella del Molino Esposito, ottima farina ricavata da eccellente grano, talvolta locale, nel rispetto delle più tradizionali e autentiche tecniche di molitura, e non ha prezzo usare una profumatissima farina appena prodotta e acquistata direttamente al molino... è una sorta di valore aggiunto alla ricetta.
Quanto alle farine, elemento fondamentale per la buona riuscita di un lievitato, non avendo la manitoba Lo Conte, come indica Paoletta, ho usato la Spadoni. Per la 00, invece, ormai da molti anni ho la fortuna di usare quella del Molino Esposito, ottima farina ricavata da eccellente grano, talvolta locale, nel rispetto delle più tradizionali e autentiche tecniche di molitura, e non ha prezzo usare una profumatissima farina appena prodotta e acquistata direttamente al molino... è una sorta di valore aggiunto alla ricetta.
INGREDIENTI
250
gr di farina manitoba Lo Conte (io ho
usato Spadoni)
250
gr di farina 00
75
gr di zucchero
5
gr di sale
75
gr distrutto
20
gr di lievito dibirra
170
ml di acqua
170
ml di latte
PREPARAZIONE
- Fare un impasto con gli ingredienti indicati, lo strutto alla fine.
- Porre a lievitare per un’ora e mezza in un luogo tiepido, e comunque fino al raddoppio.
- Sgonfiare un poco l’impasto, fare le pieghe del secondo tipo e lasciar riposare 15/20 minuti.
- Quindi formare i maritozzi a forma di treccine, senza rilavorare eccessivamente l’impasto.
- Allinearli man mano distanziati sulla placca foderata di carta forno, pennellarli con una miscela di latte e acqua e lasciarli lievitare fino al raddoppio. In estate bastano circa 40 minuti, in inverno ci vorrà anche più di un’ora.
- Pennellarli di nuovo con la miscela di latte e acqua e cuocere in forno a 180°/190° finchè non saranno belli dorati.
- Non appena sfornati si spennellano di nuovo e subito si spolverano con abbondante zucchero semolato.
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