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domenica 20 novembre 2016

Il Babà


 
Ragioni del cuore fanno apparire ai miei occhi questo dolce come il più buono che possa esserci. Ma cuore a parte, sono le papille gustative a concordare con il più nobile collega nell’eleggere il Babà “dolce preferito” (insieme alla torta di mele). Qualche tempo fa, complice un post di Paoletta, mi sono armata di coraggio e mi sono cimentata nella realizzazione di sua maestà il Babà. L’impresa è stata meno ardua del previsto, e già al primo tentativo il risultato è stato più che soddisfacente. Gasata dal risultato ottenuto, ho iniziato a sfornare periodicamente babà (un giorno sì e l’altro anche) con la voglia e la consapevolezza di poter fare meglio.

INGREDIENTI

300 gr farina manitoba
75 gr di burro morbido + 25 gr per imburrare lo stampo
4 uova
2 tuorli
18 gr lievito di birra
1 cucchiaio di zucchero
2 prese di sale
INGREDIENTI PER LA BAGNA CLASSICA:
1 L di acqua
500 gr di zucchero
Zeste di arancia e limone
250 ml di Rum

PROCEDIMENTO
  1. Lavorate per 5 minuti  nella planetaria  75 gr di burro (pomata) con zucchero e lievito sbriciolato.
  2. Aggiungete le uova e la farina. Dopo una prima mescolata versare il sale.
  3. Lavorate l’impasto per 30 min. col gancio, fin quando l’impasto sarà ben incordato.
  4. Con le mani ben unte di burro, prendete piccoli pezzi di impasto e mozzate l’impasto tra pollice e indice, formando delle palline.
  5. Formate 11 palline da 50 gr ciascuna e ponete negli stampini imburrati (8 cm di altezza). O se preferite, in un unico stampo, considerando che l’impasto deve arrivare fino a circa 1/3.
  6. Lasciate lievitare l’impasto negli stampini (o stampo) per circa 2 ore, in forno spento e chiuso.
  7. Infornate per 25/30 minuti in forno preriscaldato, parte bassa, alla temperatura di 180°/200°.
  8. Intanto preparate la bagna. Versate in una pentola l’acqua con lo zucchero, la buccia d’arancia e di limone. Una volta raggiunto il bollore, spegnete il fuoco e aggiungete il Rum.
  9. Per bagnarli, versate lo sciroppo appena intiepidito in una ciotola e affogatevi i babà (freddi), lasciandoli dentro un po’ finchè non sentite che avranno assorbito lo sciroppo.
  10. Strizzateli con delicatezza e fateli riposare per circa tre ore, tenendoli a testa in giù.
  11. Serviteli “lisci”, o accompagnati da crema o panna.



sabato 29 ottobre 2016

Cantuccini


Fuori da ogni retorica, sono i miei biscotti preferiti.
Non so dirvi di preciso quale sia l’elemento che me li faccia amare così tanto, la loro origine? La loro croccantezza? Il connubio con il Vinsanto? Non so rispondere, una cosa è certa: evito di farli spesso perché rischio di mangiarli tutti (ultimamente aiutata dal mio piccolino, “Mamma, biscotti croccanti ce ne sono?).
Ho sperimentato molte ricette, ma questa di Paolo Petroni, una delle più autorevoli voci della cucina toscana, è quella più vicina agli originali biscotti di Prato.

INGREDIENTI

400 gr di farina 00
250 gr di zucchero
2 uova+ 1 per spennellare
3 tuorli
1 bustina di lievito per dolci
1 arancia piccola
1 pizzico di sale
150 gr di mandorle con la pelle (io 250 gr)

PROCEDIMENTO
  1. Tostate leggermente le mandorle in forno e lasciatele raffreddare.
  2. Montate, nella planetaria o con le fruste elettriche, 2 uova e 3 tuorli con lo zucchero finchè non diventano bianche.
  3. Aggiungete la buccia di arancia grattugiata.
  4. Sempre con le fruste in movimento, aggiungete man mano la farina setacciata con il lievito.
  5. Unite le mandorle.
  6. Bagnatevi le mani con acqua fredda (poichè il composto risulterà appiccicoso) e formate 3 filoncini.
  7. Disponeteli sulla placca ben distanziati e spennellateli con l’uovo sbattuto.
  8. Cuoceteli in forno a 180° (statico) per 25/30 minuti, o comunque fino a doratura.
  9. Sfornate e lasciate intiepidire.
  10. Tagliateli in fette oblique (spessore 1/1,5 cm) e rimetteteli in forno sempre a 180° per 5 minuti.

mercoledì 26 ottobre 2016

Torta di patate dolci e cioccolato fondente


Insoliti ingredienti per questa torta dal gusto molto particolare… 
No, non vi spaventate, particolare, in questo caso, è sinonimo di buono. Il mio primogenito adora le patate dolci -e anche io a dire il vero- ma l’unico modo in cui le mangiamo è arrosto. Ricordavo di aver mangiato un dolce, da adolescente, rimastomi impresso per la presenza di questo ingrediente, così ho tentato  di rifarlo o, meglio, di fare qualcosa che si avvicinasse. Non sarà come l’originale ma il risultato non è niente male, e nonostante lo scetticismo iniziale, ha incontrato il gusto della “rigida” giuria.
Non è una di quelle ricette veloci, “detto-fatto”,  ma vale la pena farla per assaggiare un dolce diverso.

INGREDIENTI

400 gr di patate dolci
100 gr di gocce di cioccolato
140 gr di burro
200 gr di zucchero
4 uova (albumi a neve)
250 gr di farina
2 cucchiaini di lievito
150 ml di latte

PROCEDIMENTO
  1. Lavate e sbucciate le patate, tagliatele a pezzi (piccoli) e cuocetele in acqua bollente per 15 minuti.
  2. Passatele sotto l’acqua corrente fredda, schiacciatele e mescolatele con 15 gr di burro fuso e 20 ml di latte.
  3. Montate il burro con lo zucchero, aggiungete la purea di patate, i tuorli, la farina con il lievito, e aggiungete poco alla volta il latte (se usate la planetaria, utilizzate il gancio a foglia).
  4. Montate gli albumi a neve ben fermi e uniteli delicatamente, insieme alle gocce di cioccolato (lasciatene da parte 2 cucchiai).
  5. Versate il composto in uno stampo (diametro 22cm), cospargete la superficie con le gocce di cioccolato rimaste e cuocete in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti.

mercoledì 5 ottobre 2016

Frittelle di mele


Se avete voglia di qualcosa di dolce, ora e subito, queste fanno al caso vostro. 
Semplici e veloci da fare, le frittelle di mele sono deliziose e accattivanti, difficile porsi un limite. Il loro cuore profumato e fondente si sposa alla perfezione con l’esterno croccante. 
Potete decidere di farli in itinere, mentre pranzate o cenate, perché la tempistica e la modalità sono dalla vostra parte.
Vi avevo già accennato alla mia passione per i dolci con le mele, preparandovi ad una sorta di tormentone… abbiate pazienza!

INGREDIENTI

4 mele
150 gr di farina
200 ml di latte
2 uova
1 pizzico di sale
1 pizzico di cannella (facoltativo)
Olio di arachidi per friggere
Zucchero

PROCEDIMENTO
  1. Preparate la pastella. Sbattete le uova con il pizzico di sale, aggiungete il latte e la farina setacciata, mescolando bene fino ad ottenere un composto denso e senza grumi.  
  2. Lavate le mele e sbucciatele lasciandole intere.
  3. Con l’apposito attrezzo (in mancanza di questo aiutatevi con un coltello) privatele del torsolo e tagliatele in fettine di 1 cm.
  4. Tuffate le mele nella pastella.
  5. Friggetele in abbondante olio caldo fin quando saranno dorate.
  6. Ponetele su della carta assorbente da cucina e passatele nello zucchero (anche con un pizzico di cannella, secondo il vostro gusto).

giovedì 29 settembre 2016

Mosto e mostarda


E’ tempo di vendemmia, è tempo di mostarda. 
La mostarda di uva, diversa dalla celebre mostarda preparata al nord Italia con frutta, zucchero e senape (la più famosa è la cremonese), è una preparazione a base di mosto con l’aggiunta di frutta secca, presente su tutte (o quasi)  le tavole in questo periodo. 
Qualche giorno fa parlavo con un’amica siciliana che mi raccontava della loro “mustata”, addolcita con la cenere (a bagno, in un sacchettino di lino, per l’intera notte) e arricchita da mandorle, poco cacao e cannella. Ieri, un’altra amica, all’uscita della Messa vespertina, mi parlava della sua, “Ci metto le noci, le mandorle, le nocciole, il cedro candito e piace a tutti.” Ci credo, lei è una vera regina dei fornelli!  
Io la preparo solo con le noci  per il semplice motivo che fin da piccola la mangio così, quindi per me la mostarda è questa.

INGREDIENTI

2 l di mosto (da ridurre a 1 l)
90 gr di amido di mais
Noci (andate a sentimento)

PROCEDIMENTO
  1. Versate il mosto appena pigiato (questa caratteristica è fondamentale perché non deve essere in fermento) in una pentola. A fuoco dolce portate a ebollizione e fate ridurre della metà . Se è il caso, filtratelo.
  2. Con una frusta mescolate l’amido con circa 100 ml di mosto, evitando che si formino grumi.
  3. Pian piano versate il rimanente mosto sul composto di amido, mescolando con cura.
  4. Ponete sul fuoco e, sempre a fiamma media, fate bollire fin quando la mostarda avrà raggiunto la giusta consistenza.
  5. Fuori dal fuoco aggiungete le noci sminuzzate o la frutta secca che preferite.
  6. Versate la mostarda in un piatto o in formine monoporzione e decorate a vostro piacere.
  7. Lasciate raffreddare in frigo per almeno 4 ore.



PS: Io non aggiungo zucchero perché il mosto ha una sua dolcezza naturale, ma se volete metterlo consideratene 100 gr ogni litro.

venerdì 23 settembre 2016

La Crema pasticcera del maestro Santin


La ricetta di oggi non ha bisogno di grandi parole, è lei la regina della pasticceria italiana. Base, supporto, compagna in molte preparazioni, la crema pasticcera regna sovrana nella nostra tradizione pasticcera.
Propongo qui la versione del maestro Santin, autorevole protagonista della pasticceria contemporanea.
Prometto di non essere prolissa ma voglio spendere due parole su Maurizio Santin. Figlio “d’arte” - il papà Ezio è stato chef e patron della pluristellata “Antica Osteria Del Ponte”, punto di riferimento non solo per i gourmets e gourmands milanesi ma dell’Italia intera -  vanta nel curriculum collaborazioni con AlainDucasse, Joel Robuchon, Georges Blanc. Le spiccate qualità professionali si uniscono ad una grande disponibilità e generosità, sempre pronto a dispensare consigli, correggere, guidare; anche una sola parola, ma non c’è mai stato un mio messaggio (e non sono pochi!) a non ricevere risposta. Questo modo di fare, concretizza la sua filosofia di “pasticceria democratica”, “[…] se decidi  di essere “social” allora devi darti, devi permettere che ciò che insegni o divulghi sia compreso da tutti e soprattutto devi dare la possibilità che quella ricetta riesca.” Senza dubbio riesce, egregiamente, ogni giorno nel suo intento.
Da qualche mese è al timone della pasticceria dell' Antico Caffè Spinnato di Palermo, e naturalmente è stata una delle  tappe durante il mio ultimo viaggio in Sicilia. Sopportata e supportata dai miei compagni di viaggio, abbiamo trascorso gran parte del  pomeriggio al tavolo della pasticceria, onorando e assaporando i dolci del maestro Santin. Dolci da estasi per un'eccellente esperienza di gusto da non dimenticare.

INGREDIENTI

½ l di latte intero
4 tuorli
125gr. di zucchero semolato
40 gr di farina
Bacca di vaniglia o buccia di limone


PROCEDIMENTO
  1. Scaldare il latte in un pentolino con la buccia di limone (senza portare a bollore).
  2. In una ciotola, mescolare con una frusta i tuorli con lo zucchero, fino a rendere il composto omogeneo.
  3. Unire la farina setacciata.
  4. Unire il latte scaldato al composto, mescolare bene con la frusta e riportare tutto sul fuoco.
  5. Cuocere fino ad un minuto dopo il bollore.
  6. Riempite la vasca del lavello con acqua freddissima.
  7. Mettete dentro il fondo della pentola e continuate a mescolare affinchè la crema raffreddi velocemente.
  8. Una volta raffreddata, versatela in una ciotola, copritela con la pellicola a contatto e trasferitela in frigo.


lunedì 12 settembre 2016

La torta di mele


Amo il mese di Settembre perché ci sono le mele nuove, fresche, profumate… e la torta di mele è il mio dolce preferito.
Questa di oggi è la prima di una lunga serie, nel senso che mi piace scoprire sempre varianti nuove di questa torta, ma in realtà sono attratta da tutti i dolci con le mele: crostate, strudel, crumble, frittelle, muffin.
La versione che propongo in questo post, forse la più classica se vogliamo, l’ho preparata in occasione di un’importante cena di famiglia: non ho avuto dubbi su cosa  fare,  perché nessun dolce come la torta di mele ti fa sentire a casa. Insomma  sa di mamma, di nonna, di cose che scaldano il cuore. Il profumo, poi, scaturito dal mix di ingredienti, riesce a coccolare e far sentire amato chiunque giri nei dintorni (“Delle buone torte di mele sono una parte considerevole della nostra felicità domestica.” Jane Austen)
Personalmente tendo ad abbondare con le mele perché mi piace quell’effetto umido e cremoso, così come mi piace aromatizzare con una spolverata di cannella, trovo fantastico il connubio tra i due ingredienti.
Naturalmente potete adattare la ricetta ai vostri gusti, ridurre la frutta o sostituire la cannella, che non tutti amano.

INGREDIENTI

4 mele Golden
300 gr di farina
3 uova
180 gr di zucchero
80 gr di burro (fuso)
1 bicchiere di latte
1 bustina di lievito
buccia di limone grattugiata
un pizzico di cannella

PROCEDIMENTO
  1. Nella planetaria montate le uova con lo zucchero e la buccia di limone fin quando diventano chiare e spumose.
  2. Sbucciate e affettate le mele, aromatizzandole con un pizzico di cannella (la qualità di mela più indicata per la cottura è la Golden, ma io in questo caso ho usato delle mele biologiche appena raccolte dall’albero).
  3. Fondete il burro a bagnomaria  e ,una volta intiepidito, unite al composto di uova e zucchero.
  4. Aggiungete anche il latte ed infine  la farina setacciata con il lievito, amalgamando il tutto. 
  5. A questo punto, inserite le mele nell’impasto e trasferite il tutto in una teglia imburrata e infarinata, o semplicemente ricoperta da carta forno.
  6. Cuocete in forno, già caldo, a 180° (forno statico) per 40/45 minuti.
  7. Una volta raffreddata, spolverizzate con zucchero a velo.


giovedì 8 settembre 2016

Briosci cu' zuccuru



Amo da sempre i lievitati. Mi piace quel senso di “sfida” che questi impasti implicano, basta veramente poco, in bene e in male, per modificare o compromettere il risultato finale. Poi un giorno (circa otto anni fa) cambiano le cose. Alla ricerca di una torta di mele cremosa,  per caso mi imbatto nel blog di Paoletta  Anice e Cannella, amante e maestra insuperabile in merito ai lievitati…Così, quella che fino a poco tempo prima era solo una sfida, inizia a essere studio, tecnica, ricerca, dispensa con 4/5 tipi di farina diversi, sveglie puntate di notte per togliere impasti dal frigo, bilance di precisione, burro bavarese e impasti divinamente soffici e profumati. La sua passione e la sua grande competenza si accompagnano ad  una significativa e tangibile  disponibilità e umiltà, sempre pronta ad aiutarti a bilanciare impasti, a correggere errori, a migliorare la tecnica, a reperire l’ingrediente perfetto. Insomma, conoscere Paoletta è una grande ricchezza , per chi, come me, ama il profumo del lievito.
Decido di postare le “briosci cu’ zuccuru” come primo lievitato, per una ragione prettamente affettiva: queste dolci e profumate brioche mi ricordano le numerose estati che, da adolescente,  trascorrevo in Sicilia. Tassativamente, le mie colazioni erano fatte da queste treccine soffici e zuccherose, profumate e ,il più delle volte, calde ;)
Riporto, integralmente e fedelmente, la ricetta e il procedimento di Paoletta, non mi sarei mai sognata di modificare una virgola! 
Quanto alle farine, elemento fondamentale per la buona riuscita di un lievitato, non avendo la manitoba Lo Conte, come indica Paoletta, ho usato la Spadoni. Per la 00, invece, ormai da molti anni ho la fortuna di usare quella del Molino Esposito, ottima farina ricavata da eccellente grano, talvolta locale, nel rispetto delle più tradizionali e autentiche tecniche di molitura, e non ha prezzo usare una profumatissima farina appena prodotta e acquistata direttamente al molino... è una sorta di valore aggiunto alla ricetta.

INGREDIENTI

250 gr di farina manitoba  Lo Conte (io ho usato Spadoni)
250 gr di farina 00
75 gr di zucchero
5 gr di sale
75 gr distrutto
20 gr di lievito dibirra
170 ml di acqua
170 ml di latte

PREPARAZIONE

  1. Fare un impasto con gli ingredienti indicati, lo strutto alla fine.
  2. Porre a lievitare per un’ora e mezza in un luogo tiepido, e comunque fino al raddoppio.
  3. Sgonfiare un poco l’impasto, fare le pieghe del secondo tipo e lasciar riposare 15/20 minuti.
  4. Quindi formare i maritozzi a forma di treccine, senza rilavorare eccessivamente l’impasto.
  5. Allinearli  man mano distanziati sulla placca foderata di carta forno, pennellarli con una miscela di latte e acqua e lasciarli lievitare fino al raddoppio. In estate bastano circa  40 minuti, in inverno ci vorrà anche più di un’ora.
  6. Pennellarli di nuovo con la miscela di latte e acqua e cuocere in forno a 180°/190° finchè non saranno belli dorati.
  7. Non appena sfornati si spennellano di nuovo e subito si spolverano con abbondante zucchero semolato.

mercoledì 7 settembre 2016

"Panza e prisenza" e il Gelo di cannella



A parte la cucina, la mia passione è la lettura. Leggo leggo leggo.
Ho deciso di dedicare, qui, uno spazio ai piatti che gusto durante le mie  letture.
Inizio da un dolce  proposto dalla sicilianissima Giuseppina Torregrossa in uno dei suoi romanzi, “Panza e prisenza”: il gelo di cannella.
In realtà, si ha l’imbarazzo della scelta nelle sue pagine. E’ quasi un percorso gourmand, leggere i suoi romanzi. La adoro  proprio per  questa  straordinaria  capacità che ha di far assaporare i piatti citati, sentire i profumi per le vie di Palermo,  ascoltare le abbanniate della Vucciria, ammirare i colori delle spezie e del cielo, vivere il fascino della Kalsa. Accostarsi ad un suo libro è una sorta di esperienza “sinestesiaca”, insieme alla vista, un altro senso è sempre impegnato, il gusto, l’olfatto… Insomma, durante la lettura ci si sente siciliani a tutti gli effetti.
Durante un recente viaggio in Sicilia, ho avuto modo di gustare un piccolo gelo di cannella, divinamente preparato, all’ Antica dolceria Bonajuto di Modica. La città, che diede i natali a Quasimodo, tra le più affascinanti dell’Isola,  merita una visita e senza ombra di dubbio, Bonajuto è una tappa obbligata, non solo per i più golosi come me, ma per chiunque voglia regalare qualche momento di benessere ai propri sensi.
A dire il vero, sempre a Modica, qualche anno prima, avevo fatto un altro incontro felice con uno squisito gelo fatto da  Accursio Craparo (alloggiavo a Palazzo Failla, e vi invito a fare questa esperienza magica tra le camere e la cucina di questo posto. Luogo di grande fascino.)
Il gelo di cannella è un tipico “dopo cena” siciliano, dal profumo e dal sapore tondo e rassicurante, certamente di  gusto particolare, riesce a coccolare anche i più restii e diffidenti, mangi la Sicilia -stop!

INGREDIENTI

500 ml di acqua
10 gr di cannella in stecche
150 gr di zucchero
60 gr di amido di mais
Pistacchi (in polvere o tritati)

PROCEDIMENTO
  1. In un pentolino, versate l’acqua con le stecche di cannella. Portate a bollore, quindi, spegnete  e lasciate in infusione per l’intera notte.
  2. Filtrate l’acqua.
  3. In un altro pentolino, miscelate lo zucchero e l’amido.
  4. Versate a filo l’acqua filtrata e mescolate con una frusta, per evitare che si formino grumi.
  5. Rimette, quindi, sul fuoco dolce e mescolate finchè si addensa.
  6. Versate negli stampini, lasciate raffreddare e mettete in frigo per almeno 6 ore.
  7. Sformate nel piatto e spolverizzate con polvere di pistacchio.

mercoledì 31 agosto 2016

Bavarese al cioccolato bianco


Ho preparato questo soffice dolce per il compleanno di mio fratello, gli avevo promesso  un dolce “diverso” e l’idea di una bavarese mi è sembrata un’ottima proposta. In realtà io ero di parte, perché adoro tutti i dolci al cucchiaio, ma essendo la sua festa ho cercato di andare incontro, anche,  ai suoi gusti… da qui la scelta del cioccolato bianco.
Naturalmente è possibile sostituirlo con un fondente al 70% o con un ottimo gianduia, insomma a voi la scelta!
Complessivamente, a prescindere dal tipo di cioccolato utilizzato, è un dolce molto raffinato e gustoso, adatto ad una cena importante ma anche ad un pranzo informale, versatile e di grande effetto.

INGREDIENTI (per 6 persone)
300 gr. di cioccolato bianco
3 uova
50 gr di zucchero
300 ml di panna fresca
10 gr di gelatina in fogli

PROCEDIMENTO

1 . Fate ammorbidire i fogli di gelatina in acqua fredda per qualche minuto.
2 . Tritate finemente il cioccolato bianco e mettetelo in un ciotola.
3 . Amalgamatevi, versando a filo, la panna riscaldata con lo zucchero, mescolando con una frusta o un cucchiaio di legno.
4 . Lasciate intiepidire e incorporatevi i tuorli, uno alla volta.
5 . Scaldate in un pentolino 50 ml di acqua e fatevi sciogliere la gelatina sgocciolata e strizzata, amalgamatela, quindi alla crema di cioccolato bianco. 
6 . Montate a neve ben ferma gli albumi.
7 . Amalgamateli delicatamente alla crema, mescolando dal basso verso l’alto.
8 . Versate il composto in un stampo leggermente inumidito, coprite con della pellicola e trasferite in frigo per almeno 3 ore.
9 . Sformate la bavarese su un piatto da portata e decorate a piacere (io ho usato della frutta fresca).




venerdì 19 agosto 2016

Ciambelline al vino


Questi biscottini, nella loro semplicità, sono deliziosi: pochi ingredienti (farina, zucchero, olio e vino), procedimento semplice, risultato squisito. Non appartiene alla tradizione della mia terra (la Calabria), ma è una ricetta tipica dei colli laziali… E proprio da un laziale la vidi fare la prima volta, Max Mariola su Gambero Rosso. Da allora le preparo spesso, adatte come spuntino, a colazione, a fine pasto, da inzuppare nel vino, insomma da assaggiare assolutamente! Alcune ricette prevedono l’aggiunta di anice e qualche grammo di lievito , io rimango fedele alla tradizione “povera” di questo biscotto, non aggiungendo né l’uno né l’altro di questi ingredienti , ma qualora decideste di provare questa versione l’ottimo risultato finale non verrebbe alterato.


INGREDIENTI

500 gr di farina
1 bicchiere di zucchero
1 bicchiere di olio (di semi o di oliva)
1 bicchiere  di vino

In una ciotola capiente iniziate col mescolare l’olio con lo zucchero, aggiungete quindi il vino (va bene qualsiasi tipo di vino, bianco o rosso, io preferisco farli con un vino dolce, Marsala, Passito, Zibibbo), una volta amalgamati gli ingredienti, aggiungete la farina, se l’impasto dovesse risultare troppo morbido, unitene dell’altra fino ad ottenere una pasta liscia e compatta. 

Prelevate delle palline dall’ impasto e formate dei bastoncini, unite le due estremità creando delle ciambelline. A questo punto passateli nello zucchero, semolato o di canna, e disponeteli su una teglia ricoperta da carta forno. Cuocete in forno, già caldo, a 200° per circa 20 minuti.


P.S. A me piace fare questo impasto a mano, ma potete tranquillamente impastare in planetaria.

Tiramisù


Non potevo iniziare questo viaggio se non con il più amato e invidiato dei dolci italiani, il Tiramisù.
A far luce sulle origini di questo fantastico dolce, un  recente articolo dell’autorevole Camillo Langone. Il mito tramandava di un “golosissimo assemblaggio di savoiardi, uova, mascarpone e caffè che era nato a Treviso un po’ prima o un po’ dopo la guerra all’interno di un casino o in un ristorante nelle vicinanze del medesimo. […] Mentre il primo tiramisù propriamente detto, ossia preparato con gli ingredienti odierni, nasce nel ristorante dell’albergo Roma a Tolmezzo, provincia di Udine . La moglie del gestore, Norma Pielli, si ispirò a una ricetta dell’Artusi, il Dolce Torino, la rimaneggiò, vi aggiunse una bella dose di mascarpone […] ed ecco servito il dolce che il mondo ci invidia.”  (Qui troverete l’intero articolo). 
Seppur nell’universalità dei suoi ingredienti, ogni famiglia italiana possiede la propria ricetta: una cucchiaiata di zucchero in più, qualche albume in aggiunta, la presenza di panna da unire alla crema di mascarpone, il pandispagna da sostituire ai biscotti, savoiardi o pavesini… Io personalmente amo la versione più classica, “pura”, senza  panna e con i savoiardi.  L’unica variante che, da quando ho i bambini, ho apportato, è la pastorizzazione delle uova con lo zucchero caldo.


INGREDIENTI
500 gr di  mascarpone
180 gr di zucchero
80 gr di acqua
4 tuorli
4 albumi
400 gr di savoiardi
caffè
cacao amaro

Cuocete lo zucchero in un pentolino con l’acqua e portatelo a 120° circa (se non avete un termometro, regolatevi con le bolle, devono essere grandi).


Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi con metà dello zucchero bollente. In un’altra ciotola montate i tuorli con lo zucchero rimanente riportato a temperatura. Quando il composto è chiaro e spumoso, unite  il mascarpone ed infine gli albumi montati, procedendo delicatamente dal basso verso l’alto. Potete, quindi, assemblare il dolce, alternando i savoiardi bagnati nel caffè con la crema.

Completate con un ultimo strato di crema spolverizzato di cacao amaro.